Less by Andrew Sean Greer

Less by Andrew Sean Greer

autore:Andrew Sean Greer
La lingua: ita
Format: epub
editore: La nave di Teseo
pubblicato: 2017-03-14T16:00:00+00:00


Less marocchino

Che cosa piace a una cammella? Niente al mondo, mi verrebbe da dire. Non la sabbia che graffia, né il sole che la cuoce, né l’acqua che trangugia come un astemio. Non l’accovacciarsi sbattendo le ciglia come una starlette, né l’issarsi in piedi tra gemiti di rabbia sdegnata per la scarsa maneggevolezza dei suoi arti adolescenti. Non i suoi simili, con i quali ostenta lo sprezzo di un’ereditiera costretta a volare in economy, né gli umani che l’hanno resa schiava. Non la monotonia oceanica delle dune, né l’erba insapore che mastica e rimastica all’infinito in una lenta conquista della digestione. Non il giorno infernale, né la notte paradisiaca. Non l’alba, né il tramonto. Non il sole, né la luna o le stelle. Né di certo il pesante americano, con qualche chiletto di troppo ma ancora ben tenuto per la sua età, più alto della media e forte di torace, questo umano, questo Arthur Less che le oscilla di qua e di là sul groppone, vagando per il Sahara senza uno scopo.

Davanti a lei: Mohammed, un uomo con una lunga djellaba bianca e una fascia indaco avvolta intorno alla testa, che la tira con una corda. Dietro: altri otto cammelli della carovana, perché alla gita fino a questo accampamento si erano iscritti in nove, anche se solo quattro dei cammelli hanno un passeggero. Da Marrakech hanno già perso cinque persone. E presto ne perderanno un’altra.

Sopra di lei: Arthur Less, anche lui con il suo turbante blu, che contempla le dune, i piccoli diavoli di vento che vorticano sui crinali e la colorazione turchese e oro del tramonto, e pensa che almeno non passerà il compleanno da solo.

Giorni prima – svegliandosi sul volo da Parigi sopra il continente africano: un Arthur Less dallo sguardo annebbiato. Con in corpo ancora il pizzicore dello champagne, delle carezze di Javier e della posizione piuttosto costretta nel sedile vicino al finestrino, arranca sull’asfalto in una notte indaco per aggiungersi a una coda del controllo passaporti di dimensioni insensate. I francesi, così solenni in patria, sul suolo della loro antica colonia paiono aver perso di colpo la testa. È come la scelleratezza di maltrattare l’amante che hai già tradito: ignorano la coda, spostano i cordoni dai paletti in bell’ordine e si trasformano in una marmaglia all’assalto di Marrakech. I funzionari marocchini, rossi e verdi come olive da cocktail, mantengono la calma; i passaporti vengono esaminati e poi timbrati; Less immagina tutto questo ripetersi per tutto il giorno, tutti giorni. Si ritrova a urlare “Madame! Madame!” contro una signora francese che si fa largo a gomitate tra la folla. Quella stringe labbra e spalle (C’est la vie!) e prosegue imperterrita. Che sia in atto un’invasione di cui lui è all’oscuro? Che fosse l’ultimo aereo a lasciare la Francia? E se sì: dov’è Ingrid Bergman?

Così ha tutto il tempo, mentre si trascina con la folla (sulla quale, per quanto europea, lui torreggia), di cadere in preda al panico.

Poteva rimanere a Parigi, o quanto meno accettare un altro rimbalzo



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